Domani

Domani, 25 ottobre 2024. Meccanica di un addio sarà in libreria, pronto per essere letto e giudicato da chi mi conosce e da chi non sa neanche chi sia. Sarebbe inutile, e insopportabilmente vezzoso, far finta che non importa poi molto, è un giorno come un altro, come tanti. Troppi dei miei ricordi – fermentati e trasfigurati dalla narrazione immaginaria – fanno da substrato alle vicende del romanzo per relegarlo a mero accidente di una vita professionale un po’ variegata. Domani è importante, altro che.

E però nel frattempo è anche vero che qualsiasi giorno è un giorno come tanti. Domani sarà anche l’inizio di un’avventura in un dominio in larga parte ancora sconosciuto, ma intanto la lavastoviglie perde e bisognerà pure trovare un tecnico prima che piova dai vicini. Domani sarà anche un momento di verità da cui non si torna indietro, però la moltiplicazione a due cifre e la divisione, ai bambini, bisogna spiegarle oggi. Domani sarà anche una specie di primo giorno di lavoro in una carriera nuova, ma stasera per cena cosa preparo?

L’attesa, la speranza e la progettualità – il domani, insomma – permettono di attribuire un senso a ciò che senso forse in fondo non ha, e di emergere dalla ruvidezza del quotidiano con l’illusione di un proposito. Ma è proprio il quotidiano ruvido, materiale e sporco che permette di sopravvivere all’ansia del domani: l’oggi banale e triviale è qui, adesso, si tocca, esiste, e proprio perché esiste importa.

Piacerà Meccanica di un addio ai suoi lettori? Intanto è piaciuta a me una mattina come molte altre, in cui mentre preparo la colazione sono già al telefono perché in Italia sono sei ore di più e c’è da discutere di una presentazione o di un’intervista, e mentre sono al telefono c’è mio figlio che mi abbraccia una gamba con la faccia ancora impastata di sonno. In quel momento lì, la mia gamba destra è il centro dell’universo.

A domani, e al giorno dopo, e a quello dopo ancora, ci arriverò istante per istante – istanti occupati da tabelline, tecnici della lavastoviglie, sudate in palestra e capitoli di romanzi altrui (al momento: Mick Herron, “Real Tigers”).

Stasera a cena ci vuole la carbonara. Del colesterolo ci preoccuperemo domani.


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